Caltagirone, 5 febbraio 2024 – Un annuncio recente ha acceso i riflettori sull’ex penitenziario “San Bonaventura” di Caltagirone, il quale potrebbe presto trasformarsi da luogo di degrado a perla turistica. L’Agenzia per il Demanio ha pubblicato un avviso di concessione finalizzato alla valorizzazione di questo complesso, chiuso nel 2002 e da allora vittima di roditori, vandali e segnalazioni di pericolo da parte dei residenti.
L’edificio, un tempo un florido convento dei Padri Minori Riformati Osservanti nel 1624, è divenuto carcere nel 1890, subendo notevoli modifiche strutturali per adempiere alla sua nuova funzione. Tuttavia, negli ultimi 22 anni, il San Bonaventura ha subito gravi danni strutturali, rendendolo parzialmente inagibile a causa di crolli e lesioni diffuse nelle murature.
Nonostante il suo stato attuale, il complesso ha una storia ricca e importante per la città. Il Padre Bonaventura Secusio giocò un ruolo decisivo nel suo insediamento, contribuendo alla fondazione di un fiorente studentato teologico con 33 religiosi dedicati al suo sviluppo.
L’Agenzia per il Demanio ha individuato una nuova destinazione d’uso per questo edificio, che occupa oltre 3000 mq, legata al progetto del Cammino di San Giacomo di Sicilia e alla Via Fabaria che attraversano la città di Caltagirone. L’iniziativa, incentrata sul tema del turismo lento, mira al recupero e al riutilizzo di beni lungo itinerari storico-religiosi.
Entro il prossimo mese di maggio, cittadini, associazioni e fondazioni sono invitati a presentare proposte progettuali contenenti idee di recupero, opportunità turistiche e sostenibilità ambientale ed energetica. Nonostante la sfida, considerando il canone annuo da garantire allo Stato, ci sono diverse opportunità di finanziamento pubblico che potrebbero essere sfruttate, come il Progetto SNAI 2021-2027 e i fondi per il Giubileo 2025.
La città di Caltagirone merita urgentemente il recupero di questo complesso, riconosciuto di interesse culturale dallo Stato italiano. La riqualificazione urbana potrebbe portare al potenziamento dei flussi turistici, creando nuove opportunità di lavoro per un antico quartiere che aspetta con speranza il suo rinascimento. Resta da vedere se questo miracolo avverrà o se ci sarà qualcuno, armato di buona volontà e qualche risorsa economica, pronto a investire nell’opportunità di restituire a Caltagirone una gemma del suo passato.
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