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STORIA & ARTE a  Caltagirone (CT)

La produzione ceramistica a Caltagirone risale all’era preistorica; essa attraversa, senza soluzione di continuità, tutte le dominazioni e le culture che si sono succedute in questa terra, ricca di buone cave d’argilla e abbondante di boschi per il legname necessario ad alimentare i forni.

La lineare costanza con cui gli abitanti si sono dedicati a tale manifattura, fin da epoche remote, è senz’altro attestata dai
numerosi rinvenimenti, nei villaggi neolitici intorno alla Città, di vasellame preistorico risalente fino al VI millennio a.C.. In seguito, in età protostorica, sono evidenti le influenze che i commerci tra i Siculi e il mondo ellenico hanno avuto anche nella lavorazione di terracotta: è intorno all’anno 1.000 a.C. che fa la sua comparsa il tornio, in uso presso i Cretesi, determinando un’autentica rivoluzione nelle antichissime tecniche di produzione.

L’incessante attività artigianale è poi proseguita, a partire dall’VIII sec. a.C.. Testimonianza significativa e suggestiva della presenza di botteghe nella città, e soprattutto della loro importanza economica in questo periodo, è il celebre Cratere del Vasaio, risalente al IV sec. a.C. realizzato a figure rosse.

Continuata sotto la dominazione romana e bizantina (sia pure manifestandosi la tendenza ad un apparente declino), la produzione subisce una produttrice–sia per la specializzazione in oggetti decorativi domestici e in rivestimenti.
svolta fondamentale con la conquista araba, che introduce la smaltatura e la policromia, tecniche peraltro apprese dalle civiltà orientali.

Da allora l’artigianato ceramico si è ulteriormente affermato, sia per la realizzazione di contenitori di miele e dolciumi–di cui Caltagirone era rinomata.

Caltagirone, nonostante le guerre e le nuove dominazioni, continuava a produrre, registrando nelle sue ceramiche le mode, le influenze, le tipologie dei più importanti centri d’arte.

Fondamentali gli influssi spagnoli in età aragonese e quelli liguri e veneziani tra il Cinquecento e il e Seicento.
Predomina una originale e vivace policromia di manganese, giallo oro, verde ramina e blu, in vasi sempre più elaborati e arricchiti di applicazioni plastiche in rilievo.

Neppure il rovinoso sisma che sconvolse nel 1693 l’intera Sicilia Sud-Orientale e che inferse un duro colpo anche alle strutture produttive dei maiolicari, mise del tutto in ginocchio le officine ceramiche, che si ripresero presto, anzi, proprio grazie alle pressanti esigenze della ricostruzione, con committenze innumerevoli da parte dei nobili e delle istituzioni ecclesiastiche così come dei privati borghesi.

Anche alla forte concorrenza delle fabbriche napoletane, l’artigianato caltagironese seppe prontamente reagire, inventando una nuova produzione: la figurina in terracotta dipinta, rappresentante personaggi e scene popolari che, con i capolavori di Giacomo Bongiovanni, Giuseppe Vaccaro e tanti altri maestri, nell’Ottocento raggiunse fama internazionale.

Il ’900 vide infine l’affermazione dell’applicazione della terracotta decorativa nell’architettura, trionfando nel Cimitero Monumentale, nelle Ville, nei Palazzi e nelle abitazioni caltagironesi e siciliane.

 

Ancora oggi la Ceramica ha il sapore dell’antico.

Botteghe di artigiani ceramisti producono maioliche, terrecotte e figurine nella tradizione calatina, riprendendo, trasformando e innovando.

Nel segno della ricerca e dell’innovazione ha un ruolo significativo l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica, fortemente voluto da Don Luigi Sturzo ed a lui intitolato, dove giovani studenti apprendono tutte le tecniche di questa preziosa arte antica e moderna.

Dal dicembre 2003 il marchio Decop, la Denominazione Comunale di provenienza, caratterizza la maiolica di Caltagirone, unica realtà del genere Legata all’artigianato, nell’Italia centrale e meridionale, tanto da essere valsa un importante riconoscimento, attribuito al Comune nel corso di una cerimonia alla Camera dei Deputati svoltasi a ottobre 2007.

Il Decop serve a tutelare dalle imitazioni le caratteristiche di produzione e le tradizionali lavorazioni degli artigiani locali ed inoltre non è solo difesa della tipicità dei prodotti, ma anche promozione del territorio e impegno alla qualità.

Esso rappresenta bene l’identità e l’appartenenza ed è pertanto un forte valore aggiunto allo sviluppo locale.

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