GIUSEPPE VACCARO

ESTRATTO DA “GIUSEPPE, FRANCESCO E MARIO VACCARO PITTORI DEL XIX SECOLO”

Giuseppe Vaccaro inizio a 16 anni il suo apprendistato nella bottega del pittore Isidoro Boscari di cui rimangono alcune opere in Caltagirone: in particolare ricordiamo gli affreschi e le tele nella Chiesa di San Domenico e del Carmine.

Tra la fine del secolo XVIII e l’inizio del successivo, assieme ai Bongiovanni incisori e frescanti più esperti, il Boscari aveva dato opere che ancora riprendevano in versione dimessa i caratteri tipici dell’arte tardo barocca.

Questi Pittori contribuirono a prolungare in Caltagirone, nell’ambito della pittura, quella condizione di marginalità culturale che si era già verificata lungo tutto il secolo XVIII, e che orientò le prime esperienze del giovane Vaccaro.

Dopo il terremoto del 1693, i maggiorenti locali e sopratutto il Senato che usuffruiva di notevoli risorse economiche, lungo il Settecento avevano provveduto con decisioni sollecite e illuminate all’opera di ricostruzione, facendo ricorso anche a maestranze e architetti tra i più abili dell’isola, in particolare alla Sicilia orientale.

Giuseppe Vaccaro ebbe modo di rivedere le sue prime esperienze quando si recò a Palermo per frequentare la “R. Accademia del Nudo”diretta in quel tempo dal Pittore Giuseppe Velasco.

Da quel breve soggiorno, intorno al 1815 e probabilmente determinato anche dal venir meno del rapporto con il boscari (morto in quel’anno), avrebbe potuto ricavare ben altri vantaggi  che le cognizioni, anche tecniche, necessarie alla professione di pittore.

Certamente ne trasse una maggiore sicurezza nel mestiere.

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